Fluid Images nasce da una sperimentazione sul destino dell’immagine fotografica e sulla sua possibilità di trasformarsi fino a perdere il proprio referente originario. Il processo parte dalla stampa fotografica, ma si sviluppa attraverso interventi successivi e non controllabili: sovrapposizioni, frammentazioni, tracce, segni. L’immagine viene sottoposta a una vera e propria azione di riciclo, in cui ogni passaggio ne altera la struttura e il significato. Il gesto fotografico iniziale si dissolve progressivamente, lasciando spazio a forme ibride, instabili, in cui la fotografia non è più documento ma materia. Il caso diventa parte integrante del processo, non come elemento decorativo, ma come strumento di perdita di controllo e di messa in discussione dell’autorialità. Dell’immagine originaria non rimane traccia riconoscibile: ciò che emerge è una nuova configurazione visiva, sospesa tra fotografia, disegno e astrazione, che interroga il confine stesso del mezzo fotografico.